1 Re 10:1-13 e 2 Cronache 9:1-12
Un giorno una moltitudine di estranei, forestieri, passano da una delle porte di Gerusalemme mentre gli Israeliti osservano meravigliati tale processione. Del corteo fanno parte cammelli che portano enormi some, soldati con lance e spade e lucenti e molti cortigiani sfarzosamente abbigliati. Che splendore! che ricchezze! Gli abitanti di Gerusalemme sono immobili … guardano … e sbalordiscono! Chi vedono? Da dove vengono questi stranieri? Perché sono qui a Gerusalemme e perché sono venuti?
Si vede facilmente che i viaggiatori hanno fatto un lungo, faticoso viaggio, perché hanno l’aria affaticata; i loro abiti, il loro bagaglio sui cammelli sono coperti di polvere e sabbia del deserto.
Si, è vero queste persone vengono da un paese assai lontano e non sono viaggiatori qualsiasi perché le loro vesti ed i loro addobbi sono troppo lussuosi per comuni viandanti; si tratta di persone di alto rango.
In mezzo alla processione, sicuramente in uno splendido cocchio viaggia una donna – no, non una poverella ma una signora molto, molto ricca, una principessa. È la regina di Sceba, un paese che si trova nella parte meridionale dell’Arabia. Le persone così riccamente abbigliate sono il suo seguito, servi e cortigiani mentre i soldati sono li per proteggerla durante il prolungato e pericoloso viaggio.
Il tragitto percorso si era svolto attraverso il immenso deserto, cocente e arido, ma ora sono giunti a Gerusalemme e alla fine del loro viaggio. Ma perché la regina di Sceba è venuta nella capitale del popolo d’Israele?
Bene, mentre si trovava ancora nel suo paese le era giunta notizia di certe fatti, non solo una o due volte, ma forse dieci, si persino cento volte. Viaggiatori e mercanti le avevano raccontato cose che …. dapprima essa non credette; scuoteva le spalle e ne rideva. E cosa aveva sentito dire? Aveva sentito dire che nel lontano nord pareva vivesse un re, ricco e saggio – un re ricco come nessun altro sulla terra, ricco di immensi tesori – un re così saggio che non ve ne era altro saggio come lui.
La regina di Sceba pensava che tutto ciò fosse troppo bello per esser vero, che fosse impossibile. Lei stessa era ricca, molto ricca e viveva in un bellissimo palazzo, ma se quello che diceva la gente era vero, allora la sua ricchezza era misera cosa a confronto con quella del re che viveva a nel nord.
Diversi viaggiatori e mercanti continuavano a presentarsi a lei e tutti narravano la stessa storia. Così cominciò a nutrire qualche dubbio: che fosse vero? possibile che non la ingannassero? non sapeva cosa pensare.
Lentamente nella sua mente si formò un’idea e che idea avrebbe potuto essere? Vuole accertarsi se sia vero o no che la ingannano, se non esagerino le storie che raccontano. Andrà a nord lei stessa ad indagare di persona se effettivamente le ricchezze e la saggezza di quel re fossero tanto grandi quanto tutti le dicevano.
Si fanno dunque i preparativi per l’importante viaggio e per dimostrare che anche lei era ricca, porta con se il meglio della sua terra, i frutti migliori, le spezie più fragranti ed i diamanti e le perle più splendide, con gran quantità di oro. Tutto inteso come dono per il grande, ricco e saggio re del nord. Batte forte di curiosità il suo cuore? Senza dubbio il viaggio doveva esserle sembrato troppo lungo ma infine è giunta a Gerusalemme e presto conoscerà la verità sul quel re.
Il suo cocchio è fermo davanti al palazzo reale di Salomone. Non si tratta del palazzo di legno di cedro che suo padre Davide fece erigere da Hiram. Oh no. Salomone si era fatto una nuova casa, un palazzo molto più grande e più bello tanto che per costruirlo ci erano voluti tredici anni. La regina avanza in quel meraviglioso palazzo, vede i servi, i cortigiani di Salomone, che indossano abiti assai lussuosi. Si guarda attorno, muta e attonita per tale splendore e tanta ricchezza. No, il suo palazzo non è altrettanto bello; i suoi cortigiani non hanno abiti tanto sfarzosi.
Salomone si rivolge a lei con fare amichevole e con cortesia. Lei è tanto stanca ed assetata per il lungo viaggio ma tutto ciò che desidera può esserle concesso perché vi è abbondanza nel palazzo di Salomone. Le viene offerto il vino più pregiato in una coppa d’oro e un pranzo alla stessa tavola del re. Tutto è d’oro – i bacili, i piatti e le coppe.
Nei giorni seguenti Salomone le mostra tutto e lei ha modo di vedere anche il bellissimo tempio in cui non le è permesso entrare, ma ne può ammirare l’esterno. Salomone aveva anche fatto costruire un bellissimo corridoio che si estendeva dal palazzo del re all’interno del tempio. Egli le mostra anche il palazzo che aveva fatto erigere per sua moglie, poiché egli era sposato con la figlia del Faraone, re d’Egitto. Tristemente, egli aveva seguito la pratica di certi re che non credevano in Dio, e aveva preso più mogli, e queste non credenti in Dio. Nel futuro, lo avrebbero trascinato nel peccato. Ma a questo punto, Salomone ancora seguiva Dio.
Salomone la porta anche a vedere il suo arsenale dove sono custoditi trecento scudi d’oro che aveva fatto fare affinché i suoi servitori potessero cingerli ogni volta che vi fosse stata un’occasione speciale, in città.
La regina di Sceba va anche a visitare le altre costruzioni che Salomone aveva fatto erigere, come pure le scuderie dei cavalli di cui Salomone possiede un vasto numero per i suoi dodicimila cavalieri e passa inoltre dai capannoni ove sono tenuti i cocchi e le bighe di Salomone. I capannoni sono enormi perché Salomone possiede millequattrocento di tali carri.
Il re lascia che la regina veda tutto il suo oro e argento, tutte le sue perle ed i suoi diamanti. Eh si, le mostra tutti i suoi tesori. Stupefatta essa si stringe le mani al petto ed esclama: “Oh ma non mi hanno raccontato neppure la metà di quanto tu sia ricco, sei molto più ricco di quello che mi hanno detto!”
Salomone ha centinaia di servitori al suo comando.
In un solo giorno furono macellati trenta buoi e cento pecore, oltre a che una gran quantità di selvaggina e tutto per il pasto di Salomone, le sue mogli e i suoi servi.
Ogni giorno solo per il pane si cucinavano 30 contenitori di 350 litri ciascuno di farina scelta, che sarebbe più di 10.000 litri, con sessanta misure di segala, cioè circa 21.000 litri. Sembra quasi incredibile, ma è vero perché lo leggiamo nella Parola del Signore, che non mente.
E tutto questo costa molto denaro? Si, veramente tanto, ma ogni anno Salomone riceveva seicento e sessantasei talenti d’oro. Sapete di quanto si tratta? No, vero? Ogni anno Salomone riceveva più di 32.000 chilogrammi di oro. È una quantità quasi difficile a concepire. Oh davvero non è possibile descrivere la magnificenza e la dovizia delle ricchezze di Salomone.
Non c’è da meravigliarsi che la regina di Sceba rimanesse senza parola per lo stupore.
Per quanto poi concerne la saggezza, essa non udì mai nulla che si potesse porre a confronto con quella del re. Interpellò Salomone sui più difficili problemi ed in ogni caso egli diede la risposta esatta. Sembrava che sapesse tutto di tutto e non vi fu domanda della regina alla quale Salomone rispose: “Non lo so.” Aveva una risposta per le domande più complicate.
Alla fine la regina fu pronta a fare ritorno alla sua terra e portare con se i magnifici doni ricevuti; Salomone le aveva dato tutto quello che essa aveva chiesto ed essa parte da Gerusalemme per tornare a casa, dal suo popolo, con nel cuore un profondo rispetto e una grande stima per Salomone, il re saggio.
Nutrì nel suo cuore anche reverenza per il Dio di Salomone?
1 Re 10:14-29 e 2 Cronache 8, 9:13-28
Salomone visse in pace a prosperità per molti anni senza che alcun nemico minacciasse il popolo d’Israele e non ebbe mai da combattere una battaglia; per questo egli fu un principe di pace. In una storia precedente, vi ho già raccontato di tutti i bellissimi edifici che egli fece erigere, di come abbellì Gerusalemme, la capitale del regno. Qualunque cosa egli ebbe in mente di costruire fu fatta.
Si fece anche costruire un magnifico trono di avorio … penso che voi bambini sappiate cos’è l’avorio; sono quelle grosse zanne degli elefanti. Il trono era tanto alto che ci volevano sei gradini per arrivarci e ciascun gradino era fiancheggiato da una figura di leone, quindi due per ogni gradino e perciò, dato che vi erano sei gradini, in tutto vi erano dodici leoni, ed erano tutti fatti di oro!
Salomone costruì anche delle navi ma gli Israeliti non era buoni naviganti e per questo a governare le loro navi erano i servi di Hiram, ottimi uomini di mare e conoscitori dei mari. Queste erano le navi che andavano a prendere oro e diamanti, pietre e legni preziosi da terre lontane e le portavano a Salomone.
Argento? … No, Salomone non ne voleva perché tutto doveva esser fatto d’oro e l’argento non era abbastanza lucente e prezioso, né abbastanza costoso, per lui.
La Bibbia contiene tre libri scritti dal saggio Salomone, libri che dovreste esaminare; sono i Proverbi, Ecclesiaste e il Cantico dei Cantici. Cercate di ricordarvi questi tre titoli!
Si potrebbe pensare che sarebbe impossibile che ci fosse mai un re più glorioso e più saggio di Salomone. Invece, molti anni dopo un altro re nacque dal popolo d’Israele, dai discendenti di Davide e di Salomone, un Re che è molto più saggio, molto più glorioso di Salomone: è il Signore Gesù.
Egli è più grande di Salomone ed è il Principe di Pace anche se Salomone era un tipo di Gesù. Gesù, Nostro Signore, è un Salomone celestiale, Egli è un celeste Principe di pace. E Gerusalemme, la città del Salomone terreno, era bella ma la Gerusalemme del cielo, la città del celeste Principe di Pace è ancora più bella e quando diciamo Gerusalemme del cielo noi veramente intendiamo, il paradiso.
Oh bambini, nel libro dell’Apocalisse il Signore ci parla di questa Gerusalemme celeste attraverso l'Apostolo Giovanni. Quella celeste è così glorioso che non ci sono parole umane da descriverla. Così, Giovanni ne parla in paragoni, è “come” questo, ed è “come” quello. Dice che le strade sono d’oro, vi sono dodici porte ciascuna delle quali è una perla. Non ci sarà bisogno del sole o della luna.
Le porte della Gerusalemme terrena venivano chiuse ogni sera per la notte, ma quelle della Gerusalemme celeste non sono mai chiuse; non vi sarà mai notte in quel luogo e Dio stesso sarà il Sole splendente, Dio stesso sarà la Luce.
Nella Gerusalemme terrena, ogni giorno moriva qualcuno e vi regnavano lutto e dolore. Ma nella Gerusalemme celeste non ci saranno né lutto ne dolore, lì regneranno solo gioia e felicità. Il motivo perché sarà un posto di gioia meravigliosa sarà perché chi vive là, sarà nella presenza di Dio stesso tutti i giorni. La cosa più meravigliosa di cielo è il fatto di dimorare nella presenza di Dio, e di vederLo nella sua gloria. Chi vi risiederà sarà un popolo benedetto che vivrà in quella Gerusalemme di paradiso, per sempre. Anche a voi piacerebbe andarci, vero?
Ma sapete chi non ci andrà? Nessuno che non sia stato rigenerato vi potrà entrare perché la Gerusalemme del cielo è riservata agli eletti da Dio. Là essi gioiranno in eterno e canteranno in eterno e loderanno il Signore in eterno. È veramente benedetto questo popolo di Dio, non vi pare? Non ne siete un po’ gelosi?
Bambini e bambine, di natura, cerchiamo tesori sulla terra. Cerchiamo quello che speriamo riempirà i nostri cuori fra le cose della terra. E questo è un grave peccato, perché facendo così, non diamo a Dio il primo posto nella nostra vita, come Egli merita. Infatti, quando pensiamo al peccato, solitamente pensiamo a fare del male agli altri. E certamente, quello è peccato. Però, ancora peggio è il peccato di non vivere alla gloria di Dio.
Visto che ognuno di noi nasce già un peccatore, e poi, pecchiamo tutti i giorni, non possiamo entrare in cielo nella nostra condizione naturale. Solamente se riceviamo il perdono per i nostri peccati, per mezzo di Gesù Cristo, possiamo andare in cielo, e vivere per sempre con Dio.
Bambini, cercate Dio, più di qualsiasi altra cosa. Non cercate quello che il mondo vi offre. Cercate quello che è eterno, la vita eterna con Dio in cielo.
Per capire di più di Dio, leggete la Bibbia. Se avete delle domande, potete chiedere a chi vi ha dato questa storia.