Vera Vita

Storia 34: Attraverso il Mar Rosso
Esodo 14

Questa storia (34) è una traduzione dal libro: The Bible Story Told to our Children, di John Vreugdenhil, che racconta la Bibbia in forma di storie per bambini, da Genesi ad Apocalisse, Volume 1. Revisionato da Marco deFelice.
Questa storia viene da www.aiutobiblico.org. --- cmd av---

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Quanto erano lieti gli Israeliti di poter lasciare l’Egitto, quel terribile paese in cui avevano dovuto lavorare duramente e dove erano stati trattati male e battuti dai capi-lavoro egiziani. Oh, ora non sono più schiavi, sono liberi. Gloriosa libertà! Non erano più una truppa disordinata, no, ogni cosa era stata regolata per bene. Uscirono dall’Egitto in modo ordinato.

Sapete chi capeggiava le file, bambini? Guardate su nel cielo. Là possiamo vedere sopra l’esercito degli Israeliti, una nube che si stendeva sugli uomini, le donne e i bambini. Nel deserto faceva caldo quando il sole splendeva sulla calda sabbia per tutto il giorno; ma il Signore diede loro il sostegno della nube che si stagliava tra il sole e la terra in modo che i figli di Israele potessero camminare all’ombra. Quando diveniva buio, di notte, la colonna di nubi si tramutava in colonna di fuoco, in modo che sulla strada venisse fatta luce. In questo modo potevano viaggiare anche di notte qualora fosse necessario. D’altra parte, la colonna di fuoco di notte li proteggeva dalle fiere. La colonna di nubi e la colonna di fuoco erano segni della presenza di Dio, e li precedevano, nel senso che indicavano loro la strada.

Gli Israeliti guardavano spesso in cielo con riverenza e contentezza. Si sentivano sicuri sotto la guida di Dio. Che bello sarebbe stato se fosse rimasto così per sempre.

La strada più breve per arrivare alla terra di Canaan era attraverso il deserto lungo la costa del Mar Mediterraneo, verso il nord. Quella strada li avrebbe portati lì nel tempo più breve.

Ma ... improvvisamente la colonna di nubi si girò. E ora? Dovevano tornare indietro? Sicuramente non poteva esser così? … Gli Israeliti non riuscivano a comprendere. La colonna di nubi continuava a mostrare loro la via; per questo motivo loro dovevano continuare a procedere. Probabilmente molti tra loro scossero la testa e mormorarono: “Non potrà andar bene, non andrà mai bene; andrà male!”. Invece di andare verso il nord, viaggiarono verso sud.

Alla fine, la colonna di nubi si fermò e gli Israeliti montarono le loro tende lì.

Noi leggiamo nella Bibbia: “Si accamparono”; significa, vi rimasero e non proseguirono oltre. Infatti, non poterono viaggiare ulteriormente perché davanti a loro potevano scorgere le onde del Mar Rosso. C’erano delle alte montagne alla loro sinistra e alla loro destra, sulle quali era per loro impossibile salire. Non potevano andare in nessun posto. Cosa avrebbero dovuto fare? Era così strano, così bizzarro e differente da quello che si erano aspettati!

Erano usciti dall’Egitto solo pochi giorni prima; non avevano ancora fatto alcun progresso. Con tutto il loro viaggiare e marciare, erano arrivati in un posto in cui erano richiusi, bloccati. L’unica via aperta era quella del ritorno per l’Egitto. Ma…

Improvvisamente tutti guardarono con paura dietro di loro e si chiamarono l’un l’altro: “Oh, guarda! Guarda!” I loro volti erano in preda al terrore, ed erano bianchi dalla paura, per …?

Lontano, in distanza potevano scorgere nubi di polvere e di tanto in tanto, attraverso queste, potevano scorgere il luccichio di elmetti. Sentirono il frastuono di ruote e il rumore di passi di migliaia e migliaia di soldati. Cos’era tutto quello? Che significava? …Chi erano?..

Improvvisamente realizzarono cosa stava succedendo. Il Faraone, il perfido Re d’Egitto, il bruto, li stava inseguendo con il potente esercito. Il Faraone voleva prenderseli indietro. Si era pentito di aver lasciato andare il popolo d’Israele. Gli Israeliti erano terrorizzati. Dove dovevano andare? Erano circondati. Davanti a loro il mare, su entrambi i lati le alte montagne, e dietro di loro il Faraone con il suo enorme esercito. Non avevano alcun posto dove andare. Era impossibile fuggire. Potevano volare? … Potevano difendere se stessi? …. Ahimè, non potevano farlo, nemmeno a provarci. Il Faraone era così forte. Aveva seicento carri da battaglia con lui. Erano carri con lame appuntite fissate sulle ruote; queste lame potevano ferire ed uccidere qualunque persona con cui fossero venute a contatto. Se gli Israeliti avessero dovuto combattere contro di esse, avrebbero perso; sarebbero stati sconfitti.

Un grido disperato di terrore riempì l’aria.

Gli Egiziani seppellirono i loro molti morti il primo giorno dopo la partenza degli Israeliti. Quando ebbero terminato questo triste lavoro, si resero conto che la terra di Goshen era deserta. Videro le case vuote degli Israeliti, e cominciarono a dolersene.

Il Faraone ricevette il messaggio che i figli di Israele erano ritornati e che erano nei pressi del Mar Rosso. Pensò si fossero smarriti. Un sorriso sarcastico comparve sul suo viso. Ah, quei matti degli schiavi non conoscono la strada. Ah, è decisamente un bene. Chiamò i suoi servi e disse: “Andrete? Andremo e li prenderemo. Devono aiutarci a ricostruire la nostra terra desolata. Ora siamo divenuti poveri, ma quegli schiavi devono renderci nuovamente ricchi. Non pensate sia una buona soluzione?”

“Si, si!” risposero i suoi servitori.

L’esercito si radunò velocemente. I cavalli erano stati legati alle carri, e battevano impazientemente i loro zoccoli per terra. Quando tutto fu pronto, il comando risuonò, “Avanti!”.

L’esercito partì, con in testa il Faraone. Le fruste schioccarono, i cavalli si impennarono, e avanzarono in fretta alla ricerca degli Israeliti.

Si avvicinarono loro immediatamente. Potevano già scorgerli.

“Più veloci! Più veloci!” urlò il Faraone.

Cominciava a diventare buio, ma questo non disturbava il Faraone. “Avanti! Avanti!”

Non c’è alcuna meraviglia che gli Israeliti fossero così spaventati. Si recarono da Mosè nella loro disperazione. Urlavano e piangevano assieme.

“Perché ci hai condotto fuori dall’Egitto?” lo rimproverarono. “Ora ci siamo persi; il Faraone arriverà e ci ucciderà. Avremmo dovuto rimanere in Egitto.”

Nemmeno Mosè sapeva cosa fare. Provò a restare calmo. Faceva lo sforzo di acquietare le persone in preda alla disperazione.

“Non abbiate paura,” disse, “ il Signore ci manderà sollievo; il Signore ve lo concederà.”

Ma gli Israeliti non ascoltarono; strinsero i pugni.

Mosè chiamò Dio in piena angoscia. “Signore, aiutaci, salvaci,” implorò.

E Il Signore diede loro risposta. “Dì ai figli di Israele che devono andare avanti,” risuonò il comandamento di Dio. Dio ci aiuterà. Guarda. Improvvisamente la colonna di nube invertì senso ed andò a mettersi tra gli Israeliti e gli Egiziani. Dal lato degli Egiziani divenne subito buio, ma dal lato degli Israeliti rimase luce. Gli Egiziani non potevano vedere oltre ora. Dovevano per forza fermarsi.

Ma gli Israeliti proseguirono. Sotto il comandamento del Signore, Mosè stese il suo bastone sul mare. Improvvisamente i venti cominciarono a soffiare con forza da est. E…? Oh, guarda, un passaggio si apre attraverso il mare. Lo abbiamo letto nella Bibbia, “Le acque furono divise”. L’acqua crebbe come un muro sulla sinistra e sulla destra ed in mezzo il terreno rimase asciutto. Una volta scorto il passaggio, gli Israeliti marciarono sul terreno lasciato asciutto attraverso il mare. Su entrambi i lati l’acqua si ergeva come due alte pareti. Questa era la meraviglia del potere onnipotente di Dio, bambini. L’acqua non può impilarsi, non è così? Perderebbe immediatamente livello. Ma in questo caso si impilava e restava come un muro.

Tranquillamente gli Israeliti si avviarono attraverso il mare. Lo attraversarono uomini, donne, bambini e anche mucche e pecore. Non camminavano nella confusione. Non era una fuga selvaggia. La colonna di nubi rimase sull’altro lato, gli ultimi si trovavano ancora sul lato opposto. Non si spingevano l’un l’altro per essere i primi, no, ciascuno attendeva con calma il proprio turno. Fu necessaria l’intera notte per attraversarlo.

Finalmente, cominciò ad esserci un po’ di luce.

Gli Egiziani rimasero al loro posto l’intera notte. Dovevano rimanerci, perché era talmente buio che non potevano vedere nient’altro. Il Faraone pensò: “Bene allora, ma domani li riporteremo indietro. Sono bloccati, sono in trappola.”

La mattina seguente alle prime luci dell’alba, il Faraone diede il comando di marciare avanti. Con sua grande sorpresa non vide nessuno di fronte a lui. Com’era possibile? …Non potevano esser fuggiti.

Arrivò finalmente con il suo esercito vicino al mare. Ah, vedeva. Un passaggio attraverso il mare, e lontano in distanza poteva intravedere gli Israeliti camminare. Erano vicini all’altro lato. Cosa pensò quando vide tutto questo? Non esitò troppo a lungo.

“Bene, se gli Israeliti sono andati, possiamo andare anche noi,” pensò.

Il Faraone strinse i denti e comandò furiosamente: “Avanti, anche noi nel mare!”

Non trovate che il Faraone fu imprudente, bambini? Dio aveva realizzato un passaggio per gli Israeliti, ma non per gli egiziani. Ma comunque Faraone osa attraversare il mare.

Oh Faraone, non vedi le pareti d’acqua a sinistra e a destra? Non hai paura che queste pareti possano venir giù?

Il Faraone non vedeva nulla eccetto l’ultimo Israelita lontano, a distanza.

Il suo cuore era colmo di vendetta e di ira. Quegli schiavi dovevano ritornare.

Questo era il suo unico pensiero, lui sarebbe stato vincitore, sarebbe stato il più forte.

I primi carri sono già sul percorso. Avanti! Avanti! Non è così distante prima che l’intero esercito degli egiziani raggiunga il mare.

A quel punto accadde qualcosa di terrificante. Abbiamo letto che il Signore guardò giù dalla colonna di nube, sugli Egiziani. Nessun dubbio che videro una fiamma di fuoco nella sua nube. Furono spaventati. I primi non osarono proseguire ulteriormente. Ma accadde qualcos’altro. Improvvisamente il Signore fece in modo che le ruote si staccassero dai carri. Nella Bibbia infatti leggiamo che il Signore “fece staccare le ruote dei loro carri e rese la loro avanzata difficile.”.

Una tale confusione! Guidavano scontrandosi e finendo uno sull’altro. All’improvviso un urlo penetrante di terrore riempì l’aria. Non potevano andare avanti e non potevano tornare indietro. Ora gli egiziani erano in trappola. Provarono ad uscirne, ma ciò creava solo una grande confusione.

L’ultimo Israelita risalì sull’altro lato. Il Signore comandò a Mosè di stendere il suo bastone sul mare, e nello stesso momento le alte pareti d’acqua si riversarono una sull’altra e coprirono i soldati Egiziani. Tutti gli Egiziani affogarono con i loro cavalli; si, il Faraone, il loro Re, affogò anch’egli.

Questa fu la loro fine. Il Signore aveva avvisato il Faraone molte volte, e aveva continuato a risparmiarlo. Il Signore a quel punto non lo risparmiò; era arrivata la fine. Quale terribile fine.

Gli Israeliti videro quello che accadde, perché si trovavano dall’altra parte ad osservare. Non c’era più motivo di avere ancora paura che il Faraone potesse tornare. Non sarebbe più ritornato, perché, con le sue migliaia di soldati, non era più in vita. Ognuno di loro perì tra le onde del Mar Rosso. Gli Israeliti cantarono di gioia.

Ora sono liberi per sempre.

Possiamo apprendere qualcosa da questa storia. Siamo ancora vivi. Il Signore ci dà cibo e di che bere, da vestirci e ogni cosa di cui abbiamo bisogno. Il Signore ci avverte ancora che dobbiamo convertirci, ma se non lo ascoltiamo, e continuiamo a vivere nel peccato, arriverà il giorno in cui dovremo morire. Non dico che affogheremo come il Faraone e i suoi soldati, oh, no, non è necessario. Possiamo morire in tanti modi. Possiamo ammalarci, o ci può capitare un incidente. Ma la morte arriverà sicuramente. Questo è certo. E se moriamo senza esserci convertiti, sarà terribile per noi.

Cercate l’Eterno mentre lo si può trovare, invocatelo mentre è vicino”. (Isaia 55:6 LND)